Dopo aver visitato il paese fantasma di Consonno e il suo parco divertimenti abbandonato, ci siamo messi in macchina e dopo dieci minuti di strada siamo arrivati a Vercurago per vedere il Castello dell’Innominato, menzionato dal Manzoni ne I promessi sposi.
Appena arrivati abbiamo parcheggiato vicino alla Basilica di San Bartolomeo e San Girolamo e dopo averla visitata al suo interno, ci siamo incamminati verso il castello.
N.B. Per le nuove regole di prevenzione Covid, l’ingresso è consentito solo con mascherina ed è stata destinata una porta per l’ingresso e una porta per l’uscita dalla Chiesa.
Il percorso che porta al castello dista circa 400 metri.
Una sorta di Via Crucis da percorrere lungo una scalinata pavimentata e ciottolata, dove si incontrano sulla destra (a salire ovviamente) nove piccole cappelle dedicate a San Girolamo.
Finita la scalinata si arriva alla Valletta, composta da due piazzole nelle quali si trovano il Cimitero dei padri somaschi, la decima cappella, la Chiesa della Valletta, la Chiesa della Resurrezione (che purtroppo abbiamo trovato chiuse a causa del Covid – un frate che era lì ci ha riferito che non riescono a garantire il rispetto delle nuove regole Covid per i costi troppo eccessivi e quindi si sono trovati costretti a tenere tutto chiuso), la sala della fonte miracolosa e l’orfanotrofio (oggi utilizzato come archivio).
Abbiamo detto che don Rodrigo, intestato più che mai di venire a fine della sua bella impresa, s’era risoluto di cercare il soccorso d’un terribile uomo. Di costui non possiam dare né il nome, né il cognome, né un titolo, e nemmeno una congettura sopra nulla di tutto ciò: cosa tanto più strana, che del personaggio troviamo memoria in più d’un libro (libri stampati, dico) di quel tempo.
Alessandro Manzoni – I promessi Sposi
Proseguendo la camminata, che diventa un pochino più di montagna, si arriva fino ai resti del Castello dell’Innominato e all’undicesima cappella, che si trova all’interno di una torre del castello.
Da qui si può godere di una vista mozzafiato!
Il Castello dell’Innominato viene anche chiamato Rocca di Vercurago e si trova su un’altura naturale a 420 metri di altezza.
Il castello dell’innominato era a cavaliere a una valle angusta e uggiosa, sulla cima d’un poggio che sporge in fuori da un’aspra giogaia di monti, ed è, non si saprebbe dir bene, se congiunto ad essa o separatone, da un mucchio di massi e di dirupi, e da un andirivieni di tane e di precipizi, che si prolungano anche dalle due parti. Quella che guarda la valle è la sola praticabile; un pendio piuttosto erto, ma uguale e continuato; a prati in alto; nelle falde a campi, sparsi qua e là di casucce.
Alessandro Manzoni – I promessi Sposi
La prima cosa che si vede del Castello è la facciata (foto di testa dell’articolo), dove si trova la porta che porta al cortile d’ingresso.
Sulla destra si trova la Cappella di Sant’Ambrogio, al centro poco più avanti c’è il Crocione e in fondo l’undicesima cappella.
Un’informazione in più
Sulla pietra sottostante il Crocione c’è una targa che riporta questa scritta: “Gli Alpini di Bergamo-Lecco-Como a ricordo di P. Giovanni Battista Pigato cappellano militare sul fronte greco-albanese-russo divisione Julia”.
Lasciando il Castello alle spalle, anziché scendere dalla stessa strada da cui si è arrivati (ovvero a sinistra), si può
percorrere una sorta di sentiero che si trova sulla destra, il quale porta ad un bar, dove potete fare una piccola sosta per un gelato o un ghiacciolo ristoratore.
Il percorso poi si ricongiunge alla scalinata iniziale, che questa volta, ovviamente, sarà in discesa.
Abbiamo concluso la giornata fermandoci al lago di Vercurago per riposarci, rinfrescarci e far giocare i bambini.
Continuate a seguirmi per scoprire nuove gite e non solo.
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Finito….Grazie di aver letto i miei appunti, FEDERICA!