Contraccezione – L’anello vaginale

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Il settimo metodo di contraccezione che andiamo a vedere insieme è l’anello vaginale [altro argomento da ignorato fino a poco tempo fa. Vedete che non si smette mai di imparare!].

Il ginecologo è la persona di riferimento per tutte le informazioni relative al corretto utilizzo del prodotto. Il presente materiale non intende in alcuna maniera, ne direttamente, ne indirettamente, delineare o sostituirsi a percorsi terapeutici che rimangono esclusiva responsabilità del medico curante. Le indicazioni contenute in questo articolo non possono sostituire la cura del medico, che è pertanto necessario consultare prima di intraprendere qualsiasi cambiamento dello stile di vita.

L’anello vaginale – Foto Google Immagini –

L’anello vaginale ha lo stesso meccanismo d’azione della pillola (ferma l’ovulazione e modifica il muco cervicale rendendolo inadatto alla risalita degli spermatozoi) e la stessa affidabilità (99%).

Va inserito mensilmente e rilascia piccole dosi di ormoni che agiscono a livello sistemico, senza avere effetti sul peso corporeo e una bassa incidenza di effetti indesiderati.

Ha la forma di un anello trasparente e flessibile (solo 5,4 centimetri di diametro), fatto di un materiale atossico e biocompatibile che si chiama EVA (etilene vinilacetato) e che si adatta naturalmente alle caratteristiche anatomiche di tutte le donne.

L’anello può essere utilizzato direttamente dalla donna e si inserisce una sola volta al mese.

Per inserirlo bisognerà scegliere la posizione più confortevole (sdraiata, in piedi con una gamba sollevata, accovacciata), comprimere l’anello tra pollice e indice ed inserirlo in vagina fino a raggiungere una posizione comoda. Nell’eventualità che, una volta inserito, si avvertisse una sensazione di fastidio, basterà spingerlo delicatamente un po’ più in alto; le caratteristiche anatomiche della vagina rendono molto improbabile questa eventualità, infatti, la parte superiore della vagina è scarsamente sensibile, perché poco innervata.

L’esatta posizione all’interno della vagina non è determinante per l’efficacia contraccettiva, purché l’anello sia completamente inserito in vagina.

Per rimuovere l’anello, la donna dovrà agganciare il dito indice sotto l’anello (ad uncino) oppure afferrarlo tra indice e medio e trascinarlo all’esterno.

L’anello va utilizzato per tre settimane consecutive, seguite da una settimana di intervallo libera da anello, durante la quale comparirà la regolare mestruazione.

L’anello vaginale – Foto Google Immagini –

L’espulsione spontanea dell’anello è un evento molto raro, grazie alla conformazione della vagina e alla flessibilità dell’anello.

Nel caso davvero insolito in cui questo dovesse verificarsi, basta lavarlo con acqua tiepida e reinserirlo (entro le tre ore per evitare che perda la sua funzione contraccettiva).

Questo metodo di contraccezione può essere utilizzato già dalla quarta settimana dopo un parto.

Il partner non avvertirà la presenza dell’anello in vagina durante i rapporti.

Si può ritardare la mestruazione (ad esempio durante le vacanze o per una gara sportiva) utilizzando due o più anelli consecutivamente, senza rispettare la settimana di intervallo libero da anello (in questo caso potrebbero verificarsi sanguinamenti irregolari chiamati Spotting).

Se si desidera un figlio, l’ovulazione generalmente ritorna dopo circa due settimane dalla sospensione dell’anello.

Tuttavia è raccomandabile attendere il primo ciclo prima di provare il concepimento, in modo da calcolare con maggior esattezza la data presunta del parto.
Nonostante sia un’eventualità molto rara, potrebbe capitare che l’anello si rompa in vagina: l’unico inconveniente potrebbe essere rappresentato da un senso di fastidio. Infatti un anello rotto, finche rimane in vagina, assicura la stessa sicurezza contraccettiva, ma potrebbe esserci la possibilità che fuoriesca; per questo motivo è consigliabile sostituirlo il prima possibile.

Nel caso in cui vi dimentichiate di inserire un nuovo anello, o di rimuoverne uno vecchio, ricordatevi di consultare il vostro ginecologo, utilizzare metodi di barriera (profilattico) in caso di rapporti e di effettuare un test di gravidanza in quanto potrebbe insorgere questa eventualità.
I possibili effetti collaterali dell’anello sono gli stessi degli altri contraccettivi ormonali: tensione mammaria, cefalea, nausea, labilità emotiva.

Vomito e diarrea non hanno alcune effetto sull’azione degli ormoni rilasciati dall’anello e quindi sulla sua sicurezza contraccettiva (cosa che non vale ad esempio per la pillola).

Le interazioni dell’anello con antibiotici o altri farmaci sono le stesse degli altri contraccettivi ormonali: alcuni farmaci possono ridurre la sicurezza contraccettiva.
L’anello non protegge dalle infezioni da HIV (AIDS) o da altre malattie a trasmissione sessuale. A questo scopo soltanto il profilattico rappresenta un’efficiente protezione sia per l’uomo sia per la donna.
Come tutti i contraccettivi ormonali estro-progestinici, anche l’anello non è indicato in donne fumatrici di età superiore a trentacinque anni, o con problemi di pressione alta, o con tendenza alla trombosi, o con malattie del fegato.

 

Finito….Grazie di aver letto i miei appunti, FEDERICA!

 

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