Anche oggi un altro articolo di approfondimento di una malattia quasi del tutto scomparsa dopo l’introduzione del suo vaccino: la pertosse.
Il fatto che sia scomparsa non implica che non possano più verificarsi casi di questa malattia, nel nostro paese o in altri: questo perché comunque ci sono persone non vaccinate che si spostano continuamente da un paese all’altro.
Questo articolo non intende sostituirsi ai consigli del medico curante, ma offrirsi come approfondimento per quelle persone che desiderano comprendere meglio la loro condizione fisica.
Prima di sottoporsi a qualsiasi cura è opportuno consultare sempre il proprio medico.
Cos’è la pertosse?
La pertosse, o tosse convulsa, è una malattia infettiva che si trasmette per via aerea attraverso le goccioline di saliva o di muco espulse con la tosse. È causata da un batterio che aderisce alle vie respiratorie e causa una serie di sintomi, il più caratteristico dei quali è la tosse.
La malattia incuba dai sette ai quattordici giorni, ed è ripartita in tre diverse fasi.
Fase catarrale che dura dai 10/15 giorni, caratterizzata da tosse, catarro e leggera febbre.
Fase accessionale, che può prolungarsi dalle due alle quattro settimane con accessi di tosse (specialmente durante la notte).
Fase di declino, molto prolungata (che può durare anche parecchi mesi), dove si verifica la progressiva diminuzione e intensità delle accessi di tosse e conseguente miglioramento.
Nel corso degli attacchi più forti di tosse sono possibili conati di vomito e mancamenti di respiro. Nei mesi successivi, però, il bambino rimane particolarmente irritabile, per cui può riprendere a tossire anche dopo semplici raffreddori.
E’ una malattia contagiosa?
Il soggetto è particolarmente contagioso fino a circa due settimane dopo l’inizio della tosse, anche se il ricorso agli antibiotici può ridurre questo periodo.
Si diffonde da un soggetto all’altro attraverso starnuti, colpi di tosse o anche solo condividendo per qualche tempo ambienti comuni.
Questa malattia colpisce specialmente i bambini e può essere un grave pericolo per i neonati.
Le complicazioni sono più gravi nel primo anno di vita: sovrainfezioni batteriche (otite, polmonite, bronchite), crisi convulsive ed encefalite.
I colpi di tosse possono anche determinare emorragie sottocongiuntivali ed sangue dal naso.
L’immunità acquisita da questa malattia è permanente.
Esiste una vaccino contro la pertosse?
Il vaccino antipertosse esiste ormai da qualche decennio; è disponibile da solo o associato al vaccino anti-difterico-tetanico ed è consigliabile a tutti i neonati, che sono appunto i soggetti più a rischio di complicazioni della malattia.
Ecco con quali tempistiche deve essere somministrato:
· prima dose a tre mesi;
· seconda dose a cinque mesi;
· terza dose a undici mesi.
Una particolarità
Un microbo particolare, che si chiama Chlamydia Pneumonite, può causa una malattia del tutto simile alla pertosse classica. Tracheite, con tosse abbaiante della durata di circa 2/3 settimane, a volte associata a bronchite e a volte anche polmonite. La terapia consigliata è a base di antibiotici.
Finito….Grazie di aver letto i miei appunti, FEDERICA!