Puntini sul viso del neonato

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Evvai, sono riuscita ad affrontare il momento del parto senza problemi, anzi, vi dirò, pensavo peggio! Ma forse il peggio sta arrivando proprio ora: sono iniziate le visite e già qualcuno, munito di lente d’ingrandimento tipo Sherlock Holmes, ha iniziato a scrutare il mio bambino in ogni dove e mi ha “gentilmente” segnalato che devo stare attenta a quello che mangio perché il viso del mio pargoletto è pieno di brufoletti!

Allora, chiariamoci subito, io non sono ancora del tutto cieca e ho notato questi puntini; ma soprattutto non sono una mamma sconsiderata ed ho già informato la pediatra, che mi ha subito rassicurata in merito. Quindi venite pure a casa a conoscere il nuovo arrivato, ma lasciate pure a casa tutti i vostri attrezzi da polizia scientifica, che tanto bastano e avanzano i miei!

Puntini sul viso del neonato – Foto Google Immagini –

La pelle dei neonati è molto sensibile.

Per nove mesi sono protetti nell’utero materno e poi si devono adattare all’ambiente esterno subito dopo la nascita.

Nei primi giorni di vita si possono verificare delle eruzioni cutanee. La più diffusa è nota come “eritema tossico del neonato”, mentre l’altra si chiama milio.

Della prima ne sono affetti circa la metà dei neonati e di solito si nota dopo 1-5 giorni dalla nascita. Consiste in piccoli puntini rossi che appaiono e scompaiono su tutto il corpo, tranne che sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi. Non è doloroso, non è indice d’infezione e sparisce senza necessitare di alcun trattamento nel giro di due settimane.

Il milio, o acne neonatale, invece, si verifica in quasi la metà dei neonati verso la terza settimana di vita. Consiste nella comparsa di piccolissimi puntini bianchi che solitamente compaiono sul naso, sulle guance e in altre parti del viso. Si tratta di pori chiusi che contengono sebo (una sostanza oleosa che viene prodotta dalla pelle) e anche in questo caso scompaiono da soli, senza bisogno di trattamenti e senza lasciare nessun segno sulla pelle.
Il neonato non è disturbato dalla presenza dell’acne neonatale: nonostante la pelle possa apparire infiammata non sente male o prurito e, pertanto, si tratta perlopiù di una questione estetica.

L’insorgere di questa acne non ha niente a che fare con l’alimentazione e il latte materno: è un fenomeno totalmente indipendente da questi due fattori!

Creme, unguenti e lozioni varie sono generalmente sconsigliate dalla maggioranza dei pediatri proprio perché si tratta di un fenomeno naturale. Eventualmente è possibile, per il bagnetto, aggiungere ad acqua tiepida dell’amido di riso, un rimedio del tutto naturale che lenisce, ammorbidisce e sfiamma la pelle del neonato senza risultare in alcun modo aggressivo. Io l’ho usato con tutti e tre i miei figli e continuo ad usarlo anche durante gli episodi di dermatite atopica di Elena.

Evitate di schiacciare i brufoletti ed evitate di utilizzare materiale sintetico a contatto con la pelle infiammata.

Nel caso in cui l’acne neonatale sia particolarmente diffusa o si protragga oltre il quinto mese è consigliabile rivolgersi al pediatra per affrontare al meglio la situazione.
Se il neonato soffre di acne infantile non è detto che ne soffrirà durante l’età adolescenziale. Così come anche se i genitori hanno sofferto o soffrono di acne, non significa che il problema si ripercuota anche sul neonato.
Una volta che l’eritema si è riassorbito, i piccoli brufoli non lasciano cicatrici, facendo tornare ad uno stato praticamente perfetto la pelle del bambino.

 

Finito….Grazie di aver letto i miei appunti, FEDERICA!

 

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